I responsabili della funzione fiscale delle imprese vorrebbero avere più risorse a disposizione per fare investimenti in tax technology e per realizzare l’automazione di delle attività di compliance. Lo rivela uno studio internazionale KPMG condotto su 400 tax manager. Entrambe le scelte convergono sulla necessità crescente delle imprese di implementare sistemi di monitoraggio, controllo e mitigazione dei rischi fiscali, integrandoli in un complessivo sistema di controllo interno e di gestione dei rischi (SCIGR). È sempre più avvertita l’esigenza di un approccio di tipo professionale alle tematiche di risk management, un approccio nuovo che sappia rispondere anche alle sollecitazioni che provengono dalla funzione fiscale.

In un momento in cui la cultura della complianceaziendale è interpretata in modo sempre più estensivo, per le imprese diventa fondamentale dotarsi di strumenti adeguati a presidiare le fonti di rischio collegate alla funzione fiscale in quanto, potenzialmente, coinvolgono qualsiasi ambito di attività dell’impresa e che possono realizzarsi in danni patrimoniali e reputazionali di impatto rilevante.

Molte delle novità normative introdotte sia a livello italiano, come la fatturazione elettronica, o a livello europeo, come le norme di contrasto agli hybrid mismatch arrangements contenute nelle ATAD I e II o alle Mandatory disclosure rulespreviste dalla DAC 6, impongono alle imprese di assicurare la corretta gestione di adempimentiche presuppongono la predisposizione di specifiche procedure, di regole chiare per l’individuazione dei ruoli e delle responsabilità dei soggetti coinvolti e, non ultimo, l’attenta verifica del rispetto delle une e delle altre.

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