OSSERVATORIO DI PSICOLOGIA FORENSE

è un servizio a disposizione di tutti coloro che nel territorio operano in campo sociale e socio- sanitario, Giuridico e di chi, per interesse o per dovere derivante dalla propria funzione, a questo ambito vuole o deve prestare attenzione.

L’Osservatorio è, in primo luogo, un grande collettore di dati, costantemente aggiornati, riguardanti l’ampia materia del malessere sociale e dell’articolato ventaglio di attività indirizzate a contenerlo e a contrastarlo; ma ampio spazio è dedicato anche alla descrizione del contesto socio-ambientale in cui esso ha origine, cioè ai caratteri costitutivi della società locale. Per ampiezza e grado di analiticità questa parte descrittiva del CONTESTO ambientale di fatto gode di una sua autonomia, si configura come un ulteriore osservatorio nell’Osservatorio: un osservatorio dei fattori caratterizzanti la società locale. L’insieme costituisce un vasto repertorio di analisi delle tematiche sociali del territorio, utile a supportare in ogni cittadino, ma soprattutto negli operatori nei volontari e nei decisori tecnici e politici, l’informazione, la conoscenza e la consapevolezza necessarie ad orientarsi ed a compiere scelte nella complessa realtà sociale.

Chi opera nel sociale ha infatti necessità di fondare il suo operare nel solido terreno della realtà, di prendere le mosse dalla conoscenza della materia che affronta, che è quella del disagio sociale nella sua molteplicità di forme, del contesto ambientale in cui si origina e del sistema di azioni che la società, in particolare quella locale, sviluppa per ridurlo, contrastarlo, prevenirlo.

La raccolta di dati che costituisce l’Osservatorio, per quanto ampia sia, è tutt’altro che completa. D’altra parte completa non lo potrebbe in ogni caso essere, almeno per due ragioni. La prima, e già in sé decisiva, è che il disagio sociale è un fenomeno estremamente complesso, risultante di intrecci fitti e mutevoli tra una molteplicità di fattori di varia natura; darne descrizioni esaurienti, prima ancora che spiegazioni, è impresa che, almeno per ora, si colloca al di là del campo applicativo delle scienze sociali; possiamo accumulare montagne di dati, ma con risultati sempre parziali. La seconda ragione è che non tutto è noto. Vi sono aspetti di queste tematiche di cui non esiste una conoscenza sistematica, che non sono osservati con regolarità metodica, non sono tradotti, oppure non sono traducibili in dati numerici.

PERITO – ESPERTO IN SISTEMI DI PREVENZIONE DEL CRIMINE

In Italia non è – ad oggi – normativamente regolamentata la figura del criminologo: non esistono corsi di laurea specifici e non esiste un ordine professionale. Al di là della spettacolarizzazione di questa figura all’interno del panorama mediatico attuale, è urgentemente avvertita l’esigenza di una formazione e di una esperienza solide ed affidabili. La scelta di un serio percorso di formazione è dunque determinante verso una professione che è ancora in via di definizione.
La legge 397/2000, che introduce nell’ ordinamento penale il principio della parità processuale tra accusa e difesa, apre nuovi scenari di intervento ed operatività. Si rende infatti necessaria la formazione di un nuovo professionista che sia in grado di affiancare ora anche le parti private del processo (difensore e parti civili): un esperto o un consulente che, attraverso adeguati percorsi di formazione, sia in grado di mettere a disposizione le sue conoscenze nei settori della ricerca, dell’investigazione, dell’attività forense.
Il Cepic si propone di offrire attività formative strutturate e organizzate con rigore scientifico, che possano fornire tutti gli strumenti adeguati per permettere di studiare criticamente il crimine, la devianza, l’investigazione, confrontandosi ed imparando da un pool di esperti con comprovata esperienza sul campo

Cosa fa il criminologo?
Studia i fenomeni criminali attraverso l’utilizzo di analisi criminali basate su comprovate metodologie scientifiche e statistiche. E’ una professione diversa dallo psicologo, dallo psichiatra dal giurista, e dalle altre professioni, cioè essere una di quelle cose non significa automaticamente essere criminologi ed avere competenze in materia.

Come opera e in che contesti?
Essenzialmente può operare in due ambiti, ricerca scientifica e ambito forense-giudiziario. In questo secondo caso, in Italia, opera quasi esclusivamente come esperto in fase di esecuzione della pena all’interno degli istituti o come membro esperto nei Tribunali per i minorenni e presso i Tribunali di sorveglianza.

Come si diventa criminologo, quale percorso formativo è più indicato?
Sicuramente bisogna conseguire una laurea specialistica in psicologia, sociologia, giurisprudenza ed in medicina con specializzazione in medicina legale o psichiatria. E’ poi necessario svolgere formazione specifica attraverso corsi di specializzazione, master di primo e secondo livello, o altri corsi qualificati. Nonchè tenersi costantamente informati sulle ricerche svolte e pubblicate in ambito internazionale.
Con la criminologia si lavora? Che applicazione trova oggi la figura del criminologo?
E’ una sfida aperta, ma se non si farà un passo in avanti nello sviluppo di ricerca che abbia valore e dignità scienitifica, come avviene anche all’estero, la criminologia rischia fermarsi al passato e di perdere il treno per essere una delle nuove scienze che si stanno affacciando e che si affacceranno in ambito forense.

Cos’è il criminal profiling?
Il criminal profiling è una tecnica, basata essenzialmente su metodologia scientifico-statistica, che si offre come supporto all’investigazione criminale “classica” per la scoperta di un reo, autore di uno o più reati, non ancora identificato. L’offender profiling utilizza quella tecnica per inferire le più probabili caratteristiche socio-demografiche, criminali e, se possibile, psico-comportamentali di un autore non noto di reato o di una serie; il Crime Linking, utilizza quella tecnica per collegare una serie di reati fra di essi o per collegare casi irrisolti a casi già attribuiti ad un probabile colpevole; il Geographical Profiling serve ad indicare la probabile area di residenza di un autore sconosciuto di una serie di reati attraverso l’utilizzo di una metodologia scientifico-matematica .
La figura del profiler trova applicazione nel contesto italiano?
Non ancora, in parte perchè non esistono studi scientificamente validi e pubblicati in riviste internazionali su determinate categorie di criminali a cui far riferimento per sviluppare efficaci metodiche di criminal profiling in italia; in parte perchè l’utilizzo mediatico per molti anni di questa figura ne ha snaturato i compiti e minato la credibilità professionale.
Qual’è il suo contributo all’indagine? Che ruolo svolge?
Il ruolo del profiler è di supporto all’investigazione, non si sostituisce agli investigatori ma opera al loro fianco, dove richiesto, fornendo analisi socio-demografiche e psico-comportamentali, particolarmente utili, per esempio, nel priorizzare liste dei sospettati ed attività investigative, che però, lo ripeto, senza ricerca scientiifca sulle singole categorie criminali restano mere ipotesi non utili ne utilizzzabili.

Quanto viene applicato il criminal profiling in Italia?

L’idea è che in alcune forze dell’ordine ci siano dei profiler. Questo non corrisponde al vero ed il concetto di profiling accettato dalla comunità scientifica di riferimento non è di fatto applicato mai in Italia.