Noi avvocati, denigrati, sopravvalutati, dimenticati e osannati, ma solo uomini e donne al servizio di un ideale e di una necessità

Noi avvocati, che per primi cerchiamo di dar forma a pochi fatti, e bruti, cercando in essi la “fattispecie”, e, non sempre avvertendola, perlomeno sforzandocisi

Noi avvocati, che accogliamo l’istanza di giustizia e la querelomania nelle nostre botteghe, cercando d’addobbarla per renderla presentabile ai signori giudici, che non se ne avvedono

Noi avvocati, ogni giorno con la mano al borsellino, ad anticipare per chi non ci apprezza, ad illuderci di esser padroni di una missione e non servi di un reddito mancato

Noi avvocati, che sempre meno possiamo indossare il simbolo della nostra dignità, la toga nera, non di lutto ma di speranza

Noi avvocati, spesso immemori di una appartenenza comune e Caini per i nostri Abele

Noi avvocati, sempre tesi fra vittoria e sconfitta, e spossati dalla locuzione spese di soccombenza

Noi avvocati, non ringraziati se un risultato s’ottiene, ma costretti a mille giustificazioni se lo ha raggiunto il nostro avversario, e habent sua sidera lites

Noi avvocati, uomini e donne, alla ricerca della giustizia, affaticati nell’interpretazione del diritto, privati di un conforto d’equità per un lavoro in cui tutti pretendono e nessuno dona

Noi avvocati…

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