La prevenzione in ambito medico è un concetto universalmente riconosciuto, ma che ha avuto e continua ad avere diverse sfumature in funzione delle tecnologie disponibili, dei diversi quadri di applicazione e di altri parametri quali: il quadro epidemiologico e le diverse linee guida seguite in ambito sanitario.

COS’È LA MEDICINA PREDITTIVA

La stessa definizione di medicina predittiva assume declinazioni diverse in letteratura. In questo ambito facciamo riferimento a quella capacità di scoprire in termini probabilistici quali sono i fattori che possono favorire l’insorgenza di una determinata malattia in una specifica persona.

L’obiettivo della medicina predittiva quindi è trovare la fragilità o l’aspetto che predispone una persona sana a sviluppare una certa malattia.

Questo tipo di approccio ha una solida base nella medicina tradizionale. Differenziando i fattori di rischio ambientali dai fattori di rischio individualiè possibile, grazie ad acclarate evidenze scientifiche, proporre piani per la prevenzione.

Per fare un esempio possiamo citare GARD, un’iniziativa di 41 organizzazioni nazionali e internazionali sotto l’egida dell’OMS, che ha l’obiettivo di svolgere sorveglianza epidemiologica e diagnosi per il trattamento delle malattie respiratorie croniche.

PREDIRE (DIAGNOSTICARE) LE MALATTIE CON L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE

La medicina basata sull’osservazione accurata del paziente è un criterio guida che risale ai tempi di Ippocrate. Questo criterio nel corso degli anni si è trasformato fino ad arrivare alla definizione odierna di Evidence-Based Medicine (EMB).

Oggi sempre più l’intelligenza artificiale è l’approccio metodologico migliore per sfruttare i big data nel costruire modelli predittivi e diagnostici.

Una macchina è in grado di elaborare milioni di immagini in poco tempo, è possibile cioè addestrare un algoritmo a riconoscere le differenze e le similarità, proprio (o meglio di) come farebbe un medico radiologo.

La medicina predittiva con l’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale si spinge oltre poiché è in grado di riconoscere dei pattern all’interno dei big data. L’IA, usando i dati che ha a disposizione, è quindi in grado di creare nuova conoscenza.

Non si stanno dipingendo scenari distopici in cui il medico è un robot con il camice bianco, a tal proposito sono interessanti le riflessioni di due medici: il dott. Aldo di Benedetto e il dott. Giampaolo Collecchia, ma si vuole mettere in evidenza il supporto che l’IA può dare a chi opera nel campo medico.

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