La consapevolezza del carattere “terribile” e “odioso” del potere giudiziario – 2. La consapevolezza del carattere relativo e in- certo della verità processuale e perciò di un margine irriducibile di illegittimità dell’esercizio della giurisdizione – 3. Il valore del dubbio e la consapevolezza della permanente possibilità dell’errore fattuale – 4. La disponibilità all’ascolto delle opposte ragioni e l’indifferente ricerca del vero – 5. La comprensione e la valutazione equitativa della singolarità di ciascun caso – 6. Il rispetto di tutte le parti in causa – 7. La capacità di suscitare la fiducia delle parti, anche degli imputati – 8. Il valore della riservatezza del magistrato riguardo ai processi di cui è titolare – 9. Il rifiuto anche solo del sospetto di una strumentalizzazione politica della giurisdizione.

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