In questi giorni è diventata virale FaceApp, l’applicazione che invecchia e che permette di vedersi proiettati nel futuro.

FaceApp è un’app gratuita che consente di ritoccare le proprie foto in modo realistico e naturale e una delle funzioni che ha riscosso più successo, è quella che permette di “invecchiare”. Sono ormai circa 80 milioni le persone che l’hanno già scaricata dal suo debutto a gennaio 2017, ma in questi giorni è bastato poco, qualche immagine lanciata da alcuni vip e influencer, per renderla nuovamente virale: queste catene una volta preso il via si nutrono dell’effetto contagio.

La ricerca spasmodica di capire come si invecchia è un modo di affrontare la paura del tempo che passa, considerando la lotta costante contro i segni dell’invecchiamento. 

Le immagini di FaceApp si sono diffuse a macchia d’olio tanto da diventare una vera e oropria  challenge, ovvero  una di quelle sfide social diffuse e seguite dalla maggior parte della popolazione dei social network, tant’è che diventano virali in pochissimo tempo, come in questo caso a livello mondiale.

Attenzione, però, ai pericoli che si possono celare e che spesso vengono sottovalutati.

A cosa fare attenzione?

Quando si partecipa a queste challenge, spesso non si pensa che si stanno cedendo i propri dati, le informazioni personali e, in questo caso, anche dati biometrici a terzi, senza sapere l’uso che ne verrà fatto. Inoltre, l’autorizzazione all’utilizzo della fotocamera e alla visualizzazione delle immagini caricate nel device, sembra non decadere: è come se FaceApp avesse potenzialmente sempre accesso alla galleria dello smartphone.


Si tratta di dati sensibili per cui le finalità del trattamento dovrebbero essere esposte in maniera estremamente chiara. Invece, l’uso che Faceapp fa dei dati e delle foto non è così trasparente e i documenti sulla privacy e sulle condizioni d’uso lasciano molti punti interrogativi.


Una volta che l’app elabora la propria immagine, dove viene realmente archiviata?Bisogna sottolineare che FaceApp non è basata su semplici filtri ma utilizza un algoritmo che sfrutta l’intelligenza artificiale per modificare i tratti del volto in modo naturale, talmente tanto da rendere l’immagine estremamente realistica.

Le foto, però, sembra che restino all’interno dei server della società: un aspetto da non sottovalutare.

Bisogna pensare, infatti, che in rete, anche ciò che sembra gratuito ha un prezzo, ovvero cedere le proprie informazioni personali. Ci si lamenta del fatto che non esiste più la privacy e che vengono rubati i dati personali, quando poi senza accorgersene non si fa altro che alimentare questo mercato.

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