Mi piacerebbe approfondire lo studio delle implicazioni e delle applicazioni in ambito giuridico delle acquisizioni delle tecniche neuroscientifiche sulle basi nervose delle funzioni mentali. Tale studio, impiegando metodiche interdisciplinari di analisi critica proprie di diversi settori scientifici dell’area giuridica e dell’area psicologica, è condotto all’interno di tre aree di ricerca, quali il diritto costituzionale e pubblico, il diritto e la procedura penale, e la psicologia e le neuroscienze cognitive, corrispondenti a specifici e fondamentali profili d’interesse del c.d. “neurodiritto”. Il fine precipuo dell’analisi è quello di chiarire come e in quale misura l’esperienza, il pensiero e il comportamento umano nascano e siano determinati dalle attività cerebrali, secondo correlazioni causali sufficientemente stabili e ripetibili, riflessione preliminare imprescindibile per un’implementazione affidabile in campo giuridico degli esiti delle tecniche neuroscientifiche, in ragione delle complesse interazioni tra mente, cervello e comportamento psicosociale e delle esigenze di tutela (multilivello) dei diritti fondamentali della persona. A ciò sono poi collegati gli ulteriori obiettivi di sottoporre a eventuali ripensamenti talune nozioni di base della teoria e della dogmatica giuridica, come quelle di soggettività, di libertà (del volere e dell’agire), di responsabilità, e di studiare opportune regolazioni delle tecniche e degli impieghi delle scienze social-cognitive.

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