Stop ai pensieri ossessivi e ai rituali! Con la Terapia Cognitivo Comportamentale è possibile

DOC Cause

Il disturbo ossessivo compulsivo è sicuramente tra i disturbi più invalidanti e difficili da gestire. In questo articolo ti illustrerò quali sono le caratteristiche di questa problematica e come la Psicoterapia Cognitivo Comportamentale può aiutarti a superarla.

Disturbo-Ossessivo-Compulsivo-pinerolo-torino

Cosa sono i pensieri ossessivi?Per pensieri ossessivi si intende la presenza costante e forzata di pensieri, immagini, numeri, impulsi, che si presentano in modo così forte ed intrusivo nella mente della persona da portarla a sperimentare un’intensa sensazione di ansia, allarme, angoscia e preoccupazione. Le sensazioni che prova la persona in relazione a tali pensieri sono così spiacevoli da costringerla a mettere in atto dei rituali di comportamento(gesti o azioni ripetitive) o di pensiero (formule magiche, preghiere, ripetizione di parole) per evitare di essere colta da attacchi d’ansia.
E’ normale, talvolta, tornare indietro a controllare per una seconda volta che la spina del ferro da stiro sia scollegata o che l’auto sia chiusa ma nel Disturbo Ossessivo Compulsivo (DOC) i pensieri ossessivi e i rituali di comportamenti diventano così eccessivi da interferire con la vita quotidiana.

Le persone con DOC generalmente provano un forte senso di vergogna per il loro disturbo, ciò li porta a tentare di mascherare e nascondere i loro rituali ad amici o conoscenti. Quando le ossessioni ed i rituali sono particolarmente forti ed intrusivi il disturbo finisce col coinvolgere anche familiari e amici che spesso si vedono costretti a dover adattare la propria vita in funzione dei rigidi rituali di chi soffre di questo problema.

Tipologie DOC

Esistono diverse tipologie di disturbi ossessivo compulsivi, più precisamente possiamo individuare sei:

1) Da controllo alla cui base vi è l’ansia e il dubbio di potere arrecare danni a se stessi o agli altri. Per sedare l’ansia e la preoccupazione, la persona si trova costretta a mettere in atto tutta una serie di azioni o rituali finalizzati a controllare che la situazione sia “sotto-controllo” come controllare di avere chiuso le manopole del gas, di aver messo l’allarma alla propria auto, di avere spento la luce prima di uscire di casa.

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2) Da ordine dove l’ansia si manifesta nel momento in cui la persona avverte che le situazioni o le cose non rispettano un criterio specifico di ordine, perfezione e simmetria.

3) Da superstizione: in questa variante del disturbo, l’ansia è collegata a idee, credenze, o superstizioni. Più precisamente la persona crede fermamente che essere testimoni di talune situazioni, piuttosto che il ritrovarsi a udire determinate frasi, o toccare determinati oggetti, possa portare conseguenze disastrose alla propria vita e a quella dei propri cari. Per tale, motivo, per “scongiurare” e neutralizzare il peggio, attua tutta una serie di rituali propiziatori (ripetere mentalmente una frase, una serie di parole, contare il numero delle piastrelle).

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4) Da contaminazione: la persona con questo tipo di DOC, teme il pensiero o l’idea di ritrovarsi a stretto contatto con oggetti o situazioni che possano, anche solo potenzialmente, renderla “ vittima” di contaminazioni o sporcizia.  La strategia messa in atto consiste da un lato nell’evitamento delle situazioni ritenute potenzialmente dannose e dall’altro nell’attuare tutta una serie di rituali finalizzati all’igiene e alla pulizia scrupolosa come pulizia meticolosa delle mani e del corpo, sterilizzazione di oggetti e abiti, pulizia frequente della casa.

5) Da accumulo: la persona in questa tipologia di DOC si trova a raccogliere e ad accumulare grandi quantità di oggetti, molto spesso inutili e vive con ansia il solo pensiero di doversene disfare. Ciò che spinge la persona a collezionare gli oggetti è la convinzione che l’oggetto conservato possa tornare indispensabile in futuro.

6) Di tipo religioso, sessuale, aggressivo: si tratta di ossessioni allo stato puro, non accompagnate necessariamente da compulsioni, che portano la persona a torturarsi con pensieri, domande, dubbi e a rimuginare continuamente su tali pensieri. I contenuti di tali pensieri possono essere di tipo sessuale (dubbio di essere omosessuale), aggressivo (dubbio o paura di potere aggredire o fare del male a se stessi e agli altri) e religioso (dubbio o timore di commettere atti blasfemi come bestemmiare). Talvolta, accanto a questo tipo di ossessioni, si possono accompagnare comportamenti di evitamenti di situazioni o oggetti inerenti il contenuto dell’ossessione stessa, ad esempio nelle ossessioni di tipo aggressivo le persone evitano di utilizzare oggetti taglienti come coltelli, forbici.

Purtroppo il disturbo ossessivo compulsivo finisce con l’inficiare quasi totalmente la vita della persona e di chi gli sta intorno, ma gestire questa complessa problematica è possibile grazie alla Psicoterapia Cognitivo Comportamentale.

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I protocolli Cognitivo Comportamentale infatti sono riconosciuti dalla ricerca scientifica come IL TRATTAMENTO D’ELEZIONE per la risoluzione e la gestione del Disturbo Ossessivo Compulsivo poiché forniscono strategie e strumenti per affrontali in modo efficace.

Cosa ti permetterà di fare questo tipo di percorso?

1) Capire una volta per tutte come funziona questo disturbo
2) Comprendere come parla il tuo Disturbo ossessivo compulsivo
3) Individuare gli errori cognitivi che rappresentano il terreno fertile su cui il tuo Disturbo ossessivo compulsivo cresce
4) Imparare a prevenire le compulsioni
5) Esporti alle situazioni che stai evitando a causa del disturbo
6) Imparare modalità di risposta efficaci ai pensieri ossessivi, senza fare appello ai comportamenti compulsivi.

Come:

Grazie ad una Terapia attualmente considerata a livello internazionale uno dei più affidabili modelli per la comprensione e il trattamento dei disturbi psicopatologici

– SCIENTIFICAMENTE FONDATA:
L’intervento clinico è strettamente coerente con le conoscenze sulle strutture e sui processi mentali desunte dalla ricerca psicologica di base. Inoltre, è stato dimostrato attraverso studi controllati che i metodi cognitivo-comportamentali costituiscono una terapia efficace. La CBT, infatti, ha mostrato risultati superiori o almeno uguali agli psicofarmaci nel trattamento della depressione e dei disturbi d’ansia, ma assai più utile nel prevenire le ricadute.

– ORIENTATA ALLO SCOPO:
Il terapeuta cognitivo-comportamentale lavora insieme al paziente per stabilire gli obiettivi della terapia, formulando una diagnosi e concordando con il paziente stesso un piano di trattamento che si adatti alle sue esigenze, durante i primissimi incontri. Si preoccupa poi di verificare periodicamente i progressi in modo da controllare se gli scopi sono stati raggiunti.

– PRATICA E CONCRETA:
Lo scopo della terapia si basa sulla risoluzione dei problemi psicologici concreti. Alcune tipiche finalità includono la riduzione dei sintomi depressivi, l’eliminazione degli attacchi di panico e dell’eventuale concomitante agorafobia, la riduzione o l’eliminazione dei rituali compulsivi o dei comportamenti alimentari patologici, la promozione delle relazioni con gli altri, la diminuzione dell’isolamento sociale, e cosi via.

– COLLABORATIVA:
Paziente e terapeuta lavorano insieme per capire e sviluppare strategie che possano indirizzare il soggetto alla risoluzione dei propri problemi. La CBT è, infatti, una psicoterapia sostanzialmente basata sulla collaborazione tra paziente e terapeuta. Entrambi sono attivamente coinvolti nell’identificazione e nella messa in discussione delle specifiche modalità di pensiero che possono essere causa dei problemi emotivi e comportamentali che attanagliano il paziente.

– A BREVE TERMINE:
La CBT è a breve termine, ogniqualvolta sia possibile. La durata della terapia varia di solito dai quattro ai dodici mesi, a seconda del caso, con cadenza il più delle volte settimanale. Problemi psicologici più gravi, che richiedano un periodo di cura più prolungato, traggono comunque vantaggio dall’uso integrato della terapia cognitiva, degli psicofarmaci e di altre forme di trattamento.

Tale approccio postula una complessa relazione tra emozioni, pensieri e comportamenti evidenziando come i problemi emotivi siano in gran parte il prodotto di credenze disfunzionali che si mantengono nel tempo, a dispetto della sofferenza che il paziente sperimenta e delle possibilità ed opportunità di cambiarle, a causa dei meccanismi di mantenimento.

La teoria di fondo, sottolinea l’importanza delle distorsioni cognitive e della rappresentazione soggettiva della realtà nell’origine e nel mantenimento dei disturbi emotivi e comportamentali. Ciò implica che, non sarebbero gli eventi a creare e mantenere i problemi psicologici, emotivi e di comportamento, ma questi verrebbero piuttosto largamente influenzati dalle strutture e costruzioni cognitive dell’individuo.

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